11/30/2013

I figli e Zebedeo

Chissà cosa ha pensato quel giorno il vecchio Zebedeo. Quel giorno i cui figli se ne sono andati lasciandolo lì solo sulla barca. Quel giorno come tanti in cui erano li a lavorare e ad un tratto si è ritrovato da solo. Scappati dal lavoro e dal padre per seguire un predicatore. "I soliti scansafatiche, pure di non lavorare se le inventano tutte" avrà pensato fra se' e se'. "Ragazzi ingrati, questa barca ci da' da mangiare da generazioni e loro non me vogliono sapere di impegnarsi... Che ne sarà sia questa famiglia quando me ne sarò andato io?..." Poi si sarà rimesso a lavorare, come sempre, solido, scolpito dalle fatiche, un po' stanco, forse deluso o forse rassegnato al comportamento dei figli. Un genitore, come tanti, che vuole quello che crede sia il meglio per i propri figli. Gesù sconvolge l'idea normale del meglio. Fa paura, serve sconsideratezza e pazzia per seguirlo davvero. Serve forza e costanza. Serve amore. Ma non dobbiamo fare da soli. Passa Lui a chiamarci. Basta seguirlo...


8/07/2013

Giornalista di regime

"Sono un giornalista di regime, 
so raccontare balle sopraffine, 
scrivo sui giornali d'opinione e 
su quotidiani a larga diffusione. 

Io fin da piccolino ero pronto 
a fare un dettagliato resoconto 
sulle marachelle dei bambini 
per avere dal maestro dei soldini. 

Ma quando io divenni grandicello, 
capii che potevo farmi ancor più bello 
se invece dello stretto resoconto 
avessi ampliato a naso un po' il racconto. 

Io della verità sono il costumista, 
la plasmo a mio piacer da grande artista: 
e se 4 e 4 fanno 8 
io giro i dadi e faccio 48".

Tratto da
"Giornalista di regime" Amici del vento





8/01/2013

una secchiata d'acqua

Esultare per questa sentenza è come esultare per la vittoria di uno scudetto a tavolino dopo vent'anni di sconfitte. Ma la cosa più incredibile è che anche i più incalliti contestatori del Cav. sono rimasti basiti, attoniti, quasi storditi. Perché la verità è che nessuno se lo sarebbe mai aspettato, nessuno dopo tutti questi anni. Nessuno, dopo tutto l'urlare, dopo tutte le piazze, dopo tutti i film, le canzoni, i manifesti, i processi mai finiti, nessuno si aspettava che accadesse veramente. Molti continuavano a ripetersi come un mantra che sarebbe finito in galera, ma dopo vent'anni di litanie, dopo vent'anni di sconfitte sul campo e nelle aule di tribunale,  anche chi continuava incessantemente a scriverlo, enunciarlo in TV o altro, lo faceva senza sapere di non crederci più veramente. Ed invece è successo, così, aspettato ma inaspettato allo stesso tempo, come una secchiata d'acqua che ci risveglia da un intorpidimento collettivo, da una situazione di stallo di decenni. Oramai la contestazione era diventata farsa, un timido teatrino e chissà, forse non lo sapevamo, ma è sempre stato così. Forse a nessuno interessava veramente che se ne andasse o forse nessuno aveva il coraggio di affrontarlo veramente. Il tempo e l'incancrenimento dello spirito e delle menti ha affievolito tutto, l'ha normalizzato, l'ha reso quotidiano. Ci ha portato a vedere, sentire e sopportare di tutto, sotto gli occhi di tutti, dell'Europa e del mondo. Ha tirato fuori il peggio dell'essere umano:l'avidità, la lussuria, la superbia, il narcisismo... Ci ha costretti, ci hanno costretti, lui e tutti gli altri che non sono stati in grado o non hanno voluto sconfiggerlo politicamente, ci hanno costretti a vivere in un paese senza punti di riferimento, senza senso dello Stato. Ci hanno fatto vergognare di essere Italiani. Hanno distrutto una cultura politica ed una identità collettiva. Hanno piegato il Paese sotto tutti i punti di vista. Sono da condannare tutti. È sarà inutile questa sentenza se non porterà ad una svolta forte. Ad una nuova politica. Alla rinascita dei valori, del senso dello stato. Probabilmente Berlusconi ha avvelenato lo Stato, ma ha trovato terreno fertile su cui attecchire e la sentenza di oggi forse non fa altro che constatare la guarigione del paziente contestualmente alla sua morte. 

7/31/2013

Lasciare tutto

È possibile provare una passione così forte da lasciare tutto, ma proprio tutto tutto, per seguirla? Senza compromessi? È possibile innamorarsi a tal punto di qualcosa o qualcuno da lasciare andare tutto il resto? È per tutto il resto si intende tutto quello cui siamo stati abituati dalla nostra nascita: le relazioni personali, le cose materiali che abbiamo ereditato e che ci siamo guadagnati nel tempo: la nostra casa confortevole, i nostri libri, la nostra televisione, il computer, internet, il cinema, la pizza, il gelato al cioccolato...potrei continuare all'infinito e ognuno potrebbe mettere il suo tutto, perché ognuno di noi ha accumulato nel tempo il suo tutto e ognuno di noi trema davanti alla realtà di dover lo abbandonare per sempre, o no? Eppure è questo che ci viene chiesto da Cristo. Amarlo a tal punto da  rischiare tutto per Lui. Ne saremo mai capaci? 

7/25/2013

Ei fu siccom vicino


Ei fu siccom vicino, garbato e assai carino e quando ci conobbe la tinta ci presto'. Poi sempre salutava, allegro chiacchierava e noi che pensavamo che forte lui rutto'! Non era molto lesto d'orecchio ed aumentava, da solo o coi parenti, il suo televisore, cosi' che sentivamo dal bagno tutto quanto e quante le partite di ogni divisione, e giu' forte a tifare  quand'anche stette male e fisso sulla sdraio dovea sempre restare. Noi lo ricorderemo, li' dal 65  sempre fiero lui e' stato, anche se i piemontesi l'avrebbero cacciato.

7/23/2013

Mail e velocità

Oramai non scrivo altro che mail, niente che ne superi la lunghezza o la profondità . Niente che sia meno efficace e sbrigativo. Oramai è difficile trovare qualcuno che legga altro, seriamente. Anzi, le stesse mail efficaci e sbrigative vengono lette superficialmente e quando qualcuno sbrodola o esagera con i particolari, la lettura salta del tutto. C'è una rapidità  tale nelle nostre giornate, che cerchiamo di velocizzare anche quello che è già  veloce, mandiamo tutto in fast forward, senza pensare. Decidere, agire, business, on call... Al massimo poi si fa una remediation (sigh!). E sì, perchè tutta questa rapidità  di lascia una scia di stupidità , di non detti, di fraintesi, di solchi che si allargano semplicemente perchè non abbiamo voglia di comporre un numero di telefono o di alzarci ed andare a trovare il vicino di scrivania. Isolati in un openspace. Scriviamo una mail se si parla di lavoro, se ho una domanda urgente. Ma ponimela a voce la domanda! Si, ma così rimane traccia! Pensiamo sempre che ci vogliano inculare. La paura dell'inculata fa fiorire le mail. E ci si ritrova in milioni in copia conoscenza, con giri di mail che tra domande, risposte, proposte, controproposte, smentite e rettifiche arrivano a dieci anni prima. Nel frattempo molti di quelli in cc hanno cambiato azienda..